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#NOISIAMOILFUTURO«Un terzo degli alimenti finisce nella spazzatura»

10.05.24 - 11:00
La start-up Secend vende alimenti che altrimenti sarebbero destinati a finire nella spazzatura.
Credit: Secend
Hanno grande successo con il loro progetto anti Food Waste: Angeline Suppiger e Laurin Krausz di Secend.
Hanno grande successo con il loro progetto anti Food Waste: Angeline Suppiger e Laurin Krausz di Secend.
«Un terzo degli alimenti finisce nella spazzatura»
La start-up Secend vende alimenti che altrimenti sarebbero destinati a finire nella spazzatura.
Carenza non ce n’è e la Svizzera continua quindi a generare una quantità immensa di spreco alimentare. Un’illuminante intervista con la fondatrice Angeline Suppiger su una questione decisamente problematica.

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

In breve

    • La Svizzera produce immense quantità di spreco alimentare. Un terzo di tutti gli alimenti viene gettato nell’immondizia.
    • I motivi sono disparati: comportamenti di acquisto, sovraproduzione, imballaggi danneggiati o direttive troppo severe.
    • La start-up Secend acquista prodotti che la grande distribuzione non mette più in commercio nonostante siano ancora conservabili e commestibili.
    • Oggi, lo shop online di Secend conta circa 25 000 clienti regolari.


Intervista: Adrian Schräder


Cos’è Secend?

Angeline Suppiger: Con Secend salviamo alimenti e cosmetici che verrebbero altrimenti gettati nell’immondizia. Acquistiamo prodotti in buono stato di conservazione da grandi distributori e produttori e li vediamo a prezzo scontato nel nostro shop online.

Perché questi prodotti non vengono venduti nei normali negozi?
Ci sono diversi motivi: sovraproduzione, errori di stampa o imballaggi errati, stagionalità, date di scadenza brevi o diciamo “superate”. A seconda del prodotto, per la vendita devono essere disponibili da 4 a 12 mesi prima della scadenza. Con il nostro shop vogliamo semplificare il salvataggio di questi alimenti.

Il 1° novembre 2021, la vostra start-up è stata presentata per la prima volta su 20 minuti. Ne è passato di tempo. Può farci un riassunto di quanto è successo nel frattempo?
Nel frattempo siamo cresciuti parecchio e ci siamo trasferiti in un magazzino quasi venti volte più grande. All’inizio ci occupavamo personalmente di imballare ogni pacchetto mentre ora collaboriamo con un’impresa logistica che spedisce ogni giorno in media 200 pacchetti. E abbiamo oltre 25 000 clienti soddisfatti che acquistano regolarmente alimenti da noi.

Ho letto che vi siete ispirati a un negozio di Berlino. Ma come vi siete organizzati poi? Da dove arrivavano i prodotti?
È vero, un negozio di alimenti invenduti a Berlino ha fatto da ispirazione per Secend. Una volta che Laurin Krausz e io abbiamo definito la nostra idea, ci siamo messe al lavoro, abbiamo definito i punti meno chiari e contattato potenziali fornitori. Andavamo nei negozi a controllare i prodotti e cercare i produttori sugli imballaggi per poi contattarli. Abbiamo inviato più di 400 e-mail.

E da dove provengono oggi i prodotti visto che vi trovate a dover «fronteggiare» più di 70 000 ordini all’anno?
Oggi siamo nella fortunata situazione in cui numerosi fornitori si rivolgono direttamente a noi. Lavoriamo con numerosi attori della grande distribuzione e produttori che regolarmente ci mandano delle liste con i loro prodotti in scadenza. Possiamo quindi ritirare alcuni pallet o l’intero lotto di prodotti offerti. Riceviamo la maggior parte dei nostri prodotti da grandi distributori che riforniscono anche i commercianti al dettaglio come Migros e Coop. Generalmente, i commercianti al dettaglio accettano i prodotti solo se alla scadenza mancano almeno 6 mesi. Se questo non può essere garantito, il rischio è troppo elevato e i grandi distributori non riescono a vendere la merce nonostante ci sia ancora un margine considerevole prima della data di scadenza. E qui entra in gioco Secend.

Quanti alimenti ancora commestibili finiscono oggi nella spazzatura in Svizzera?
In Svizzera circa un terzo degli alimenti viene gettato nell’immondizia. Parliamo di 330 chili pro capite ogni anno!

Molti alimenti possono essere consumati anche oltre la data indicata sull’imballaggio. Ma in che modo si può garantire che siano ancora commestibili?
Ci atteniamo alle linee guida di foodwaste.ch e della ZHAW che mostrano quali alimenti possono essere consumati senza problemi quanto tempo dopo la scadenza indicata. Questo dà un certo grado di sicurezza sia a noi che ai nostri clienti. Se capita talvolta che un prodotto non è più in condizione di essere consumato, i nostri clienti naturalmente non sono chiamati a pagarlo. Gli alimenti danneggiati o non commestibili vengono direttamente sostituiti.

Le sono già capitate esperienze negative?
Per ora no, mai. Al momento dell’acquisto da parte nostra, la data di scadenza della maggior parte dei nostri prodotti è ancora lontana. Solo poco più del 10 per cento del nostro assortimento si presenta come già «scaduto». Sul nostro sito web, la data di scadenza è indicata accanto ad ogni prodotto. Se un cliente non si fida dei prodotti «scaduti», questi possono quindi facilmente essere evitati.

Al momento sul vostro sito è possibile acquistare mezzo litro di latte d’avena di Beleaf. Il prezzo è scontato del 63 per cento visto che il prodotto è scaduto da un paio di giorni. Per quanto tempo è effettivamente conservabile?
Secondo le direttive menzionate, il valore indicativo per le bevande non refrigerate è di circa 120 giorni. Visto che conserviamo i prodotti in un magazzino buio e fresco, le condizioni sono ottimali per una conservazione più lunga. Immagazzinandoli nel modo giusto è possibile consumarli senza problemi anche dopo la data di scadenza. La cosa migliore è affidarsi ai propri sensi testando con occhi, naso e bocca.

Cosa contengono i vostri «box di salvataggio»?
Ogni mese componiamo dei nuovi «box di salvataggio» in cui vengono inseriti diversi prodotti che è possibile «salvare» dalla spazzatura con un paio di click. Chi non ha tempo o voglia di scorrere l’intero sito può acquistare velocemente un buon mix di prodotti. Il prezzo dei box è sempre inferiore almeno del 50 per cento rispetto a quello dei negozi. Offriamo anche un box di salvataggio vegano e un popolarissimo Snack Box.

Non vendete però prodotti freschi come verdure, insalata e carne. Se volessimo compiere qualche passo in più a favore della riduzione dello spreco alimentare, quali offerte possono integrare quella di Secend?
Privatamente, utilizziamo spesso Too Good To Go. Anche gli «Äss-Bar» sono fantastici per pendolari e persone che non si fanno problemi se la brioche che mangiano è di ieri.
Fondamentalmente vogliamo rendere attenta la popolazione al tema dello spreco alimentare e creare una riflessione in merito nella società, nella politica e nell’economia. In questo modo non aumenterebbe solo il valore accordato agli alimenti ma potremmo prestare anche un contributo importante alla sostenibilità e alla protezione del clima.

Ulteriori informazioni sul tema spreco alimentare su foodwaste.ch.

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COMMENTI
 

Pic73 23 ore fa su tio
Purtroppo anche quelli che do alla mia ex moglie 🤣

Meck1970 1 gior fa su tio
Ma perché non si controlla quanto cibo viene scartato dai supermercati? Non credo che riescano a vendere tutti gli alimenti prima della loro scadenza.